IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO…

01 Jul 2019

Quando un’attempata guida e ornitologo toscana viene messa in coppia con un collega/badante ultramaratoneta: Io speriamo che me la cavo! 

 

Mi è venuto subito in mente il titolo di un film di Lina Wertmüller quando mi è stato detto che avrei dovuto iniziare a fare scouting in coppia con Ernesto Benfari.  Per anni avevo solo sentito parlare di lui e per come lo descrivevano, lo avevo sempre immaginato come un personaggio più vicino alla mitologia greco-romana che non al genere umano convenzionale di cui io faccio parte. 

 

La descrizione di Ernesto

 

Spesso, al ritorno dalle mie missioni, quando andavo a presentare il lavoro che avevo fatto, mi veniva detto: “Ernesto riesce a coprire distanze in montagna di 30 km al giorno” oppure “Abbiamo mandato Ernesto a controllare il viaggio in Sardegna perché avevamo fretta e lui ci impiega solo 3 giorni “…. “sai, Ernesto può farsi due tappe della Via Francigena in bicicletta in mezza giornata” e via discorrendo. 

L’agenzia mi ha sempre ripagato moralmente del lavoro che faccio e dimostrato forte apprezzamento per i risultati che porto.  Ma insomma…. era chiaro che non potevo reggere il confronto, non solo sul piano atletico ma anche su quello estetico!

 

Ernesto al Lago

 

Veniva poi enfatizzato come lui facesse figli a ripetizione e riuscisse a svolgere più lavori contemporaneamente (la guida in bicicletta, lo spazzacamino, il taglialegna, il contadino...). Tutto questo non suscitava invidia o senso di rivalsa verso questo collega dalle prestazioni apparentemente sovraumane ma solo curiosità tanto che mi chiedevo se fosse reale o se SloWays si fosse procurato un avatar o se, finalmente, avessimo la prova che gli alieni vivono in mezzo a noi.

  

 

 

Ernesto sulle Dolomiti

 

Poi l’incontro è avvenuto. Era una fredda giornata d’inizio dicembre quando mi sono recato a Firenze in Via dei Giraldi a seguito della convocazione per discutere sui piani futuri inerenti allo scouting. Ciò che ho visto era una conferma di quello che avevo sempre pensato e, diciamo la verità, temuto…  gioventù, vigore, energia, testosterone allo stato puro! Anche solo standogli vicino potevi percepire la radioattività come se si alimentasse con barre di uranio.

 

“E’ arrivata la mia ora” ho pensato. Come potevo stare a quel livello, alla soglia dei 50 anni e con qualche chiletto in eccesso vista l’inattività invernale? Sono sempre stato soddisfatto delle mie prestazioni durante le escursioni ma ciò che si prospettava sembrava andare oltre le mie possibilità. E la sentenza era già stata pronunciata! “voglio che da questo momento lavoriate in coppia!”. E sono stato lasciato in balia di Ernesto.

 

Valtriani al piano

 

 

Mi ha subito presentato una lunga lista di itinerari da ricontrollare e produzione di nuovi viaggi a piedi ed in bicicletta… “serve tutto entro Aprile, tanto in due ce la facciamo tranquillamente”, insomma, un “piano di guerra” che nemmeno le Termopili.

 

Valtriani in bici

 

Era un po’ come rivivere il film “il miglio verde”:

- ”Allora, Marco…. ma te ci vai in bicicletta?”

la mia risposta è stata “ogni tanto faccio giri

nelle campagne con la mountain bike del figlio. 

- “no, io intendevo seriamente in bicicletta….”. 

 

Così è iniziato il lavoro in coppia con Ernesto.

 

Abbiamo rimandato la prima missione insieme alla metà di gennaio. In cuor mio ero sollevato così avevo un po’ di tempo utile per tentare di colmare l’enorme gap che ci divideva (e che ancora ci divide). In quelle settimane ho lavorato ancora per conto mio tra l’Orvietano e la Maremma rispettando i miei tempi e i miei ritmi ma la mente andava spesso a quello che avrei fatto a breve insieme con lui. Non pensavo tanto al “cosa” (che mi era ormai familiare) ma semmai al “come”.

 

Ci siamo trovati una sera a Lerici per iniziare la 3 giorni che ci avrebbe visto impegnati fra il Golfo di La Spezia e Portofino.

 

La prima buona notizia: “la notte normalmente non russo”.

 

Ho scoperto con piacere che condivide una cosa con me….è mattiniero! Abbiamo fatto colazione presto e siamo partiti. Subito si è palesato il diverso termostato interno: Io vestito invernale come se fossi stato arruolato nell’ARMIR (giustificato dal fatto che nei giorni precedenti aveva nevicato nei rilievi appena sopra la costa), lui con un minimo spessore a separare il corpo dalla rigida tramontana. Io con scarponi da trekking, lui con leggere scarpette da corsa in montagna.  Spinto dal senso paternalistico che i più anziani hanno verso i giovani scapestrati, ho affermato “Ernesto, ci sta che troviamo la neve nei prossimi giorni”. La risposta è stata tutta nello sguardo “povero umano, non sai cosa sono capace di fare…”

 

Nella prima metà dell’escursione devo dire che siamo andati abbastanza appaiati anche nelle salite. Forse non ha voluto infierire subito e si è imposto un ritmo che probabilmente riteneva più da Villa Arzilla che da vero scouting.

 

Ci siamo poi separati per coprire due percorsi differenti con l’intento di riunirci dopo alcuni km. Mi ero appena seduto nel punto d’incontro per riposarmi alcuni minuti quando d’improvviso vedo comparire un forsennato che a corsa e in maglietta mi viene incontro esclamando “oggi si muore dal caldo… che fai, ti riposi?

 

Valtriani a riposo

 

Forza, dai…. Io continuo sul sentiero più basso, te su quello più alto e ci rivediamo a Lerici” ed è ripartito a corsa. Sconsolato e con le gambe in piena vertenza sindacale mi sono rimesso lo zaino sulle spalle e ho assecondato il ragazzo.  

 

Valtriani Avventura

 

Ancora più umiliante è stata la prima cena quando con molta naturalezza mi ha detto che amava arrampicarsi e fare le maratone di corsa sulle Dolomiti. Il colpo di grazia è stato: “poi a maggio parteciperò  ad una gara ciclistica da Cesenatico a Pisa, sola sosta prevista a Vinci per mangiare un piatto di pappardelle”, “Mork chiama Orson…rispondi Orson.” (da Mork & Mindy, una situation comedy con elementi fantascientifici prodotta negli Stati Uniti ed andata in onda fra il 1978 ed il 1982… ovviamente in quella situazione io ero Mindy!)

 

Valtriani incapucciato

 

 

 

Nei giorni successivi le prove si sono susseguite con tentativi involontari di eliminazione fisica e psicologica del sottoscritto, come per esempio voler fare un dislivello quasi verticale di 700 metri, lungo una Via Crucis, per arrivare ad un Santuario facilmente raggiungibile con il bus di linea, oppure farsi quasi a corsa la salita da Camogli alla cima del promontorio di Portofino (durante la quale aveva anche il fiato di illustrarmi la nuova strategia di marketing e gestione gruppi di SloWays). Cosa dire poi del fatto che una volta tornati in albergo a fine escursione si metteva la tenuta da jogging e andava a correre per più di un’ora? E io annichilito nel letto.

 

Valtriani stanco

 

L’apoteosi è stata quando dovevamo trovare il modo di arrivare alla fermata provvisoria (causa cantiere) sulla strada per Santa Margherita Ligure. Appena arrivati a Portofino l’amara sorpresa…. Avevamo solo 10 minuti prima che chiudesse il passaggio ai pedoni… la soluzione “arriviamoci a corsa prima che la chiudano!”  Nella frazione di secondo in cui ho provato a capire cosa volesse dire ho solo intravisto uno zainetto che scompariva dietro la curva per poi riapparire addosso ad una figura umana alcune centinaia di metri dopo… ancora incapace di credere a ciò che era accaduto ho sentito “cazz… se solo fossi stato più allenato…. ora dobbiamo stare un’ora a Portofino per aspettare la barca”… “Marco, ho un’idea… perché non prendiamo il sentiero che risale il promontorio e che porta a Santa Margherita Ligure?”. 

 

Valtriani esausto

 

A quel punto una vocina è salita dal tendine di Achille “oh!!! Più che iniziare a fare male come te lo devo dire che sarebbe l’ora che tu ti fermassi altrimenti ti faccio andare dall’ortopedico? E da stamattina alle 8 che mi fai tirare senza una pausa!!!!”.

“Ernesto…. Mi fa male un tendine, non vorrei sforzarlo troppo”, 

“ma dai… saremo su in cima in un battibaleno..”

- altra vocina dal tessuto miocardico “ascolta cittino… se riparti in salita come prima chiudo un arteriola e poi lo racconti a Lui quanto è bello fare i roadbook per SloWays…”  

.”Ernesto… veramente, mi devo riposare… se vuoi puoi andare da solo.. io prendo la barca e poi mi arrangio per arrivare alla macchina”.

E poi la luce ..“no dai… non ti voglio lasciare solo.. andiamo al bar, ci beviamo qualcosa e poi torniamo in barca”.  

Grazie Ernesto…. Grazie!  

 

La macchina! Ero vivo! Ce l’avevo fatta!!!! Quindi non sono così scarso…. Posso continuare a fare gli scouting per SloWays ….. con Ernesto!!

 

Valtriani sulla neve

 

Dopo questa vi sono state altre missioni.. nella zona di Merano (dove mi ha fatto lavorare con la neve al polpaccio…. E lui sempre con le scarpette..) durante la quale ho avuto il piacere di conoscere la sua simpatica ed ospitale famiglia oltre che indossare la notte delle calzamaglie stile Linea Cardorna (da lui prestatemi per scaldare i muscoli affaticati durante il giorno), in Istria e recentemente nel Lago di Como dove abbiamo dovuto lavorare a ritmi forsennati per ovviare alla mancanza di sentieri  degni di questo nome. Una cosa devo raccontare: la prima notte si rigirava in continuazione sul letto e muoveva le gambe come se stesse correndo… al mattino gli ho chiesto “Ernesto.. ma stavi male stanotte?” “no…ho dormito come un sasso!”…. e’ evidente, corre anche mentre dorme!!

 

 

Non so se lui si diverta ed abbia abbastanza soddisfazione a lavorare insieme al sottoscritto, ma lo voglio ringraziare di una cosa: nel chiedermi ogni volta, prima delle missioni, “Valtriani, sei in forma? Ce la fai?” mi da quel pizzico di adrenalina utile a prepararmi fisicamente, superare l’obiettiva stanchezza (che insorge dopo ore di cammino) e a sentirmi più giovane…. Sarà per questo che l’ultima volta ha prenotato all’Ostello della Gioventù di Menaggio?

 

Fra qualche mese un successivo aggiornamento…. Se prima Ernesto non mi avrà sfiancato..

 

Ernesto e Marco

 

Marco Valtriani Scritto da Marco Valtriani
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